Territorio e storia

Ultima modifica 8 novembre 2022

Alcuni studiosi, fra i quali il Bertolotti, sostengono che Vestignè sia di fondazione celtica; l'antico toponimo Vestiniacus, come tutte le parole composte col suffisso celtico -acus, rafforzerebbe questa tesi.In effetti, queste zone furono oggetto di una forte migrazione celtica risalente all'incirca a 1200 anni prima della nascita di Cristo.Quando i romani incominciarono a sottomettere le popolazioni italiche piemontesi, si scontrarono, nel II secolo a.C. con i Salassi che si rivelarono particolarmente pugnaci; la loro completa sottomissione avviene solo nel 25 a.C.Evidenze archeologiche rinvenute in località Casa della Cella testimoniano un intenso processo insediativo latino; la vicina Eporedia, d'altronde, era una delle principali città dell'arco alpino.A seguito della caduta dell'Impero, l'antica Vestiniacus fu, probabilmente, soggetta ad una profonda crisi di deurbanizzazione che portò il totale abbandono del castrum e coincise con una profonda contrazione demografica ed economica dell'eporediese. Non abbiamo tracce significative delle invasioni dei Burgundi e degli Ostrogoti.Nonostante ci sia una forte ripresa socioeconomica con i Longobardi, nel VI secolo, quando il Piemonte vine assorbito nella Neustria e nella Longobradia maior, non abbiamo notizia alcuna di Vestignè.


Il comune riemerge dal buio della storia quando, nell'XI secolo, queste terre entrano nella sfera d'influenza di Umberto Biancamano, e, quindi, dei Savoia.Dal 1074, il comune viene infeudato ai potenti Valperga che resteranno al potere fino all'abolizione del feudalesimo ad opera di Napoleone.Nel XII-XIII secolo, Vestignè è scombussolata da vari eventi: prima è al centro dallo scontro fra Guelfi e Ghibellini, che vede i Valperga, sostenitori dei marchesi del Monferrato, opporsi ad altri nobili canavesani come i San Martino, legati ai Savoia.In seguito, il feudo patisce la rivolta dei Tuchini, ovvero dei popolani che si ribellano alle vessazioni dei nobili.Nel 1356 i Valperga passano sul fronte sabaudo e restano al potere ricevendo il titolo comitale dai Savoia.Nel XIV secolo ci sono costruzioni di ingenti opere idrauliche che coinvolgono il territorio; soprattutto l'apertura del naviglio di Ivrea che è fondamentale per lo sviluppo dell'eporediese. Il canale attira l'attenzione di Leonardo, che nel frattempo era stato chiamato a Milano in qualità di architetto e scienziato affinchè potesse offrire il proprio contributo al ducato ambrosiano per potenziare le proprie difese in vista del pericolo rappresentato dagli Svizzeri.


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